Non è uno dei momenti migliori di quella civiltà da cui molto ci aspettavamo, quand’eravamo giovani.
Non tutto dipende da noi ma neanche dobbiamo aspettarci che chi ha creato questo caos sia in grado di trarne fuori una migliore soluzione.
Si dice, e vale la pena tornare a ripetere, che non ci può essere futuro se non si impara ad accogliere le diversità.
Aggiungerei che non ci può essere futuro neanche in noi stessi se non ci impegniamo a comprendere i problemi degli altri.
Ma il riferimento alla diversità non è esclusivamente rivolto alle persone di un paese diverso o che parlano un’altra lingua e neanche a quelle di un ceto diverso, più nobili, più benestanti o più in difficoltà.
Intendo riferirmi a quelle piccole divergenze che ci mettono in difficoltà e con cui ci confrontiamo con chi vive con noi, nella vita, durante il lavoro o nello svago, più o meno regolarmente o anche quotidianamente.
Non è facile accogliere le differenze e, allo stesso tempo, non lasciarsi sopraffare dalle prepotenze. Non solo dalle prepotenze nei nostri confronti ma neanche da quelle nei confronti delle altre persone.
Evitiamo di pensare che la questione non ci riguardi solo perché non ci tocca direttamente.
È un bell’impegno, lo so, lo sappiamo.
Riguarda anche me, noi, sappiamo anche questo.
E per questo che ci impegniamo, con gli strumenti che la sensibilità personale ci suggerisce, con l’acquisizione delle competenze e dell’impegno da novizio e novizia, all’alba degli oltre 68 anni io e 67 Mariangela, ad orientare le nostre scelte e le nostre azioni nel dare coerenza e continuità all’impegno per un futuro migliore a favore anche nostro, per quello che ne potremo godere, a favore delle parentele a cui siamo legati da collegamenti che a volte sfuggono anche a noi stessi, alle amicizie storiche e nuove, alle semplici conoscenze con cui non abbiamo avuto modo di approfondire la vicinanza e, non di meno, alle persone che non conosciamo e che neanche mai potremo aver modo di conoscere.
Se vivranno meglio, tutte queste persone, potrà non essere direttamente per merito nostro ma abbiamo coscienza di aver tentato del nostro meglio così come continueremo a provare a farlo fino a quando avremo modo.
Il grande regalo della vita l’abbiamo già ricevuto conoscendoci e incontrandoci, vivendo in un paese senza guerre, con le economie che abbiamo potuto guadagnare grazie alle capacità che ci sono state regalate nei geni e che abbiamo custodito, sperimentato e con cui alimentiamo il nostro impegno e il nostro augurio: che chiunque possa riuscire a contribuire nel migliorare il futuro per tutti.
Buone Feste
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