La vita: troppe incognite per una sola equazione?

Chi conosce i principi generali della matematica sa che non è possibile risolvere più di un’incognita per ogni equazione. Se abbiamo due incognite ci vogliono due equazioni, almeno. Se abbiamo tre incognite ce ne vogliono non meno di tre. E così via.

Nel caso della vita, le cose vanno in modo leggermente diverso: le incognite si manifestano durante lo svolgersi del tempo e queste si accumulano rendendo l’equazione non risolvibile.

Altra considerazione, sempre di cultura logico/matematica, è che una possibilità di risolvere la singola equazione a più incognite potrebbe esserci se le varie incognite sono legate tra loro. Così che le tante variabili che sembrano presenti in effetti si riducono ad una sola. E l’equazione si può risolvere.

Una ulteriore considerazione, di aiuto nella risoluzione, viene dalla possibilità che una delle variabili si azzeri. Così che l’equazione si riduce di complessità.

Prendiamo, ad esempio, la prima incognita dell’immagine.

CRESCITA DEMOGRAFICA

La CRESCITA DEMOGRAFICA è iniziata da quando è nata la civiltà umana. Con gli insediamenti, le piccole urbanizzazioni, i commerci, le guerre …

Da una parte, le guerre sono state considerate un meccanismo sociale di selezione della specie e di limitazione della crescita. Mentre dall’altra, le religioni hanno sempre avuto a cuore la protezione della vita e della fertilità coniugale come segno di ricchezza umana.

Oggi ci troviamo ad essere in circa 7,7 miliardi di persone quando invece nel 1960 si era in 2,5 miliardi. Nel 2100 si prevedono circa 11 miliardi di persone perché a fronte di una crescita demografica delle popolazioni nel continente africano le previsioni demografiche per gli altri continenti sono in contrazione. Specialmente nel continente asiatico (con una inversione di tendenza rispetto a quanto abbiamo solitamente considerato) e in quello europeo (che conferma la sua tendenza al calo demografico, registrato già a partire dal 1950).
[Fonte: https://www.youtrend.it/2022/04/14/il-futuro-della-crescita-della-popolazione-mondiale/]

EMERGENZA CLIMATICA

EMERGENZA ENERGETICA

EMERGENZA CLIMATICA ed EMERGENZA ENERGETICA sono, di fatto, sorelle e, contemporaneamente, figlie della CRESCITA DEMOGRAFICA e, indissolubilmente, figlie del “consumismo”. Quel modo di vivere che richiede maggiori quantità di produzione per una riduzione dei prezzi o, a voler vedere la situazione da un altro verso, che per consentire una maggiore accessibilità ai prodotti da parte di chiunque ne richiede una maggiore produzione.

L’EMERGENZA CLIMATICA è stata dapprima tenuta sopita come valutazione definendola “cambiamento climatico”, riducendone la percezione di gravità, che vale sì per il passato, quando il pianeta che ci ospita ha subito cambiamenti di clima dovuti alle variazioni di orbita che accadono in conseguenza del moto e delle relative energie di attrazione dei tanti corpi celesti presenti, ma che ha subito incrementi che vanno oltre gli effetti storici e di cui abbiamo certezza che la causa sia “antropica” (cioè causata dalle azioni del genere umano).

Azioni del genere umano che hanno provocato quel “riscaldamento globale” di cui abbiamo oggi una evidente misura strumentale e una sopita percezione quotidiana che, però, si prevede che si sviluppi in tempi non troppo lunghi da riuscire ad evitare problemi già a chi ha una certa età e ancora meno lo potrà evitare la prima generazione successiva.

L’EMERGENZA ENERGETICA è vieppiù acclarata dalla recente accelerazione dovuta alla guerra che coinvolge i paesi produttori delle risorse materiali che abbiamo impiegato finora per produrre energia. Un’emergenza che si era preannunciata già nella grande crisi del 1973 (in quel periodo definito con il termine di “Austerity”) che fu gestita riducendo il traffico domenicale delle automobili, riducendo la velocità delle automobili sulle autostrade e tagliando sui consumi di energia elettrica riducendo gli orari serali/notturne delle attività pubbliche e di svago.
[Video: https://www.raiplay.it/video/2022/03/Tg3-Crisi-energetica-tornano-i-giorni-dellausterity-Le-immagini-del-1973-entrate-nella-Storia-38117d11-f7e3-4bce-a298-ad2bfcf9083e.html]

L’emergenza del 1973 si ripresentò con dati ancora più evidenti nel 1979 ma fu poi sopita da alternative palliative che hanno permesso di allontanare il problema per quel tempo in cui, comunque, la scienza è riuscita a sviluppare quelle nuove tecnologie per utilizzare le energie di cui oggi riusciamo a disporre consumando solo in minima parte le risorse della Terra.

L’allontanamento del problema dei consumi ha inibito completamente l’azione di cura per il risparmio che si era sviluppata in quegli anni e la cultura del consumo ci ha condotto a questa fase in cui una nuova “Austerity” sarebbe utile ma i governi hanno difficoltà a proporla con la stessa intensità e determinazione di allora.

CRESCITA ECONOMICA

Se le tre variabili siamo riuscite a ricondurle ad una, la CRESCITA ECONOMICA non è sostenibile insieme alla CRESCITA DEMOGRAFICA. Matematicamente, lo sviluppo di queste due incognite, insieme, porta ad una curva che tende alla saturazione dei limiti imposti dal pianeta Terra che ci ospita.
Una condizione impossibile!

Bisogna pensare ad uno sviluppo civile che non coinvolga la CRESCITA ECONOMICA e che permetta la sostenibilità dei consumi. Cioè: quanto si consuma altrettanto si rigenera.

Così come si fa in agricoltura, quando si applica la “rotazione delle colture” e le varie colture, nell’avvicendarsi, compensano quello che lasciano al terreno e quello che ne prendono. Non è un moto perpetuo (che è impossibile, fisicamente, a causa dei consumi di energia che sono richiesti per la produzione del moto) ma è un’ulteriore applicazione dell’energia regalata dal Sole la quale alimenta la crescita delle piante ed è una fonte inesauribile, almeno finché la vita sulla Terra sarà possibile.
[Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Rotazione_delle_colture]

UNA SOLUZIONE?

Abbiamo ridotto le variabili ma una soluzione esiste? È perseguibile?

Veramente ce ne sarebbe una combinazione che, insieme, potrebbero essere soluzione.

Prima di tutto sono necessari impegno e concentrazione. Perché il problema è proprio “vitale”. Non bisogna distrarsene. È un problema di priorità “esistenziale”, che non deve essere messo in secondo piano da altre questioni ma tutt’al più affiancato come per la guerra a cui, comunque, nel tempo, bisognerà trovare soluzione.

Poi bisogna impegnarsi ad ascoltare e capire. Non sono attività semplici, vanno esercitate e sollecitate. Non serve decidere subito cosa fare se quello che si è deciso, alla lunga, è controproducente.

Inoltre, lo studio e il rafforzamento della ricerca devono contribuire a valutare come combinare le azioni più giuste ed adeguate.

Infine, nel cuore della soluzione, c’è un’azione grande da imparare a fare: recuperare il principio di sobrietà. Che non vuol dire solo evitare gli sprechi ma proprio un principio di recupero di quell’efficienza naturale che non richiede più del necessario e indispensabile.

Non è una soluzione semplice. Ci vorrà energia: quella interiore. L’energia buona e vera.