L’ambiente è la politica del futuro

Questa frase ha più di un senso. Il primo che risulta evidente è che la politica non potrà mancare di essere primo argomento della dialettica politica.

Le conseguenze delle disattenzioni dalle questioni ambientali sono esplicitamente sotto gli occhi di chiunque e in qualsiasi parte del mondo. La questione ambientale non è più un problema con conseguenze solo territoriali ma, ormai, acclaratamente globali.

Impegnarsi per la causa ambientale non è “azione sovversiva” ma concreto “esame di realtà”.

Un impegno richiesto già ai tempi in cui è stato necessario ricorrere a quella scelta politica che ricordiamo come Austerity (1973…1974) ma che è stata poi distratta da altre necessità, superata dal ritrovamento di altri giacimenti di risorse e, infine, messa da parte e dimenticata.

Un impegno che non si sviluppa più nel solo “qui e ora” ma che chiede attenzione costante nella rilevazione dei fatti, concentrazione continua nella ricerca di soluzioni che abbiano effetti coerenti nel tempo e determinazione nel sostenere delle soluzioni politiche a lungo termine.

Questo porta a sviluppare il secondo senso di interpretazione della frase perché le scelte che si fanno oggi in merito all’ambiente portano conseguenze sul futuro delle cittadinanze.

Parlare d’ambiente oggi, significa parlare del futuro. Di cosa potremo o non potremo fare, delle modalità in cui impegneremo i nostri tempi e, non ultimo, della qualità delle economie in cui saremo immersi.

Applichiamo del sano “egoismo sociale” per cui il personale stare bene sia conseguenza dello star bene globale.

L’ambiente è la politica del futuro

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